La Vergine col Bambino e i santi Ignazio, Francesco Borgia, Stanislao Koska, Luigi Gonzaga, Francesco Saverio e il beato
ITA
Odoardo Vicinelli (1684-1755).
Vergine col Bambino e i santi Ignazio, Francesco Borgia, Stanislao Koska, Luigi Gonzaga, Francesco Saverio, e il Beato Claudio Acquaviva.
Olio su tela, 192 per 138 centimetri.
La tela era sull’altare della quinta cappella sinistra della chiesa di S. Maria Assunta, che godeva di un legato delle famiglie Lucernari e Fraticelli e fu poi curata dalla famiglia Pantanelli, cui appartenne lo storico settecentesco Pietro che per primo ne menzionò l’autore.
Il Vicinelli, pittore romano settecentesco di qualche importanza, entrò nel 1705 a far parte della bottega in Via della Longara di Giovan Maria Morandi, artista illustre di origine fiorentina, che sviluppò un’ampia e fortunata attività di figurista e ritrattista nella seconda metà del ‘600.
Non è finora emersa alcuna traccia documentaria che permetta di connettere ad una committenza gesuita la tela di Sermoneta, dove figurano cinque santi dell’Ordine; al centro è il Libro delle Costituzioni e il fondatore, Sant’Ignazio, il padre Rodolfo Acqua- viva, quinto generale della Compagnia di Gesù (a destra, con la cotta), che fu autore fra l’altro della famosa “Ratio Studiorum”, il programma di studi nei collegi gesuiti.
Nel dipinto, uno dei più riusciti del Vicinelli, l’artista raggiunge risultati qualitativi apprezzabili soprattutto nel gruppo della Vergine con il Bambino e nelle fisionomie aggraziate dei due santi “giovani” dell’Ordine Gesuita, San Stanislao Koska (a sinistra col Crocefisso) e San Luigi Gonzaga a mani giunte in preghiera.
Anche se il nome di Vicinelli è oggi pressoché dimenticato, egli si distinse per una vasta produzione di carattere devozionale sia destinata a Roma che a centri della provincia (come Segni, Palestrina e Sezze); ma anche alle Marche e addirittura a Lisbona, Praga e Vienna, grazie al ruolo di segretario imperiale svolto da un suo fratello presso la corte austriaca.
Della sua vasta attività in gran parte scomparsa, restano come caposaldi il Cristo nell’or- to in Santa Maria in Monticelli, databile al terzo decennio del 700, e la Santa Caterina Fieschi Adorno (1737 circa) e soprattutto la decorazione dell’oratorio dedicato alla stessa santa genovese, compiuto nel quinto decennio del 700 con dipinti dello stesso Vicinelli, per volontà del marchese Giovan Battista Picaluga. I riconoscimenti alla qualificazione professionale del Vicinelli non mancarono: nel 1718 egli entra a far parte della Congregazione dei Virtuosi del Pantheon (nel 1753 ne fu Reggente) e nel 1741 fu accolto nell’Accademia di San Luca.