Anno:
Matteo Rosselli (attr.)
Olio su tela, cm 257×182.
Dipinto di grande qualità, quanto poco conosciuto, proveniente dall’Oratorio di S. Maria Annunziata, prossimo alla chiesa di S. Giuseppe dove era posto sull’altar maggiore. Fu segnalato da Pantanelli come opera di Guido Reni. In tempi più recenti la Soprintendenza sposta l’attribuzione ad ignoto artista di scuola bolognese.
La tela si qualifica invece, sul piano stilistico, come di mano di un artista fiorentino del primo ‘600 ed è attribuibile a Matteo Rosselli.
Il restauro del 1992 ha fatto emergere le finezze esecutive del quadro, soprattutto nella magnifica figura dell’angelo: i riflessi lucenti della veste, il rosato degli incarnati, la realizzazione dei particolari come il giglio in primo piano e il trascolorare delle grandi ali dalla luce all’ombra.
Il dipinto di Sermoneta sembra databile verosimilmente al 1605, anno dell’unica venuta a Roma del pittore, ed avvicinabile alla Adorazione dei Pastori in collezione privata fiorentina, risalente alla mano del Passignano e al gusto per lo sfumato e per i tessuti preziosi tipico del Cigoli.
Il tramite per la realizzazione del dipinto può forse identificarsi nei Caetani, duchi di Sermoneta. Bonifacio III, nominato cardinale nel 1606 da Paolo V, fu in stretta relazio- ne con il cardinal Scipione Borghese, nipote del papa, ai tempi della decorazione della sagrestia della cappella Paolina in S. Maria Maggiore, ove era attivo Rosselli al seguito del Passignano.
Nato a Firenze nel 1578, Rosselli fu messo a bottega giovanissimo da Gregorio Pagani che fu sempre suo maestro fino alla morte, avvenuta nel 1605. In quell’anno, incontrato a Firenze Domenico Cresti, il Passignano, Rosselli lo seguì a Roma dove rimase per circa sei mesi, aiutandolo nella realizzazione degli affreschi della sagrestia della Cap- pella Paolina in S. Maria Maggiore.
Rientrato a Firenze quello stesso anno, il pittore intraprese una prestigiosa e prolifica carriera, grazie anche agli stretti legami di amicizia con il Granduca Cosimo III de’ Medici.
Fu maestro di pittori di talento nel panorama fiorentino della prima metà del secolo, come Giovanni da Sangiovanni, Lippi, Furini e il Volterrano, comunicando loro la tradizione cigolesca ed emiliana, nella maniera fusa, dolce e preziosa che gli fu propria.
Bibliografia
P. Pantanelli, Notizie Storiche della Terra di Sermoneta (1766) edite da Leone Caetani, Roma 1909, rist. anast. Roma 1992, Lib. 1, p. 72 (Guido Reni).
P. Cannata, scheda redatta nel 1971 per la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici di Roma e del Lazio (catalogo generale n. 12/00102206).