1595
Frans Van de Kasteele (c. 1541-1620)
Olio su tela, cm 320×230.
Magnifico dipinto proveniente dall’altar maggiore della chie-
sa di S. Michele Arcangelo a Sermoneta (chiesa oggi di proprietà comunale e utilizzata come spazio culturale). Era firmato e datato 1595 nel cartellino in basso a sinistra.
Appartiene al pittore Van de Kasteele, nativo di Bruxelles
che giunto a Roma, sotto il pontificato di Gregorio XIII
(1572-1585), vi rimase tutta la vita imponendosi anche per la sua attività di miniatu- rista. Di lui esistono una dozzina di pale d’altare datate dal 1593 al ’99, spesso per chiese di committenza cappuccina, cui ben si adeguava la potenza didattica e la forte carica devozionale del pittore, il cui linguaggio si distingue per una attardata e severa interpretazione del “manierismo internazionale”.
Il dipinto di Sermoneta spicca per la straordinaria potenza evocativa del gesto di San Michele, che ricalca quello del Cristo Giudice di Michelangelo nella Sistina. Le due scritte “Quis ut Deus” e “ Hic Deum adora”, che suggellano il senso della scena, chia- riscono che chi per superbia si è fatto Dio dovrà adorarlo nelle tenebre dell’inferno.
La terrificante visione di mostri e demoni sulla destra (in cui il pittore sembra memore delle sue radici fiamminghe e soprattutto del conterraneo Frans Floris e del Giudizio Universale di quest’ultimo oggi nel Museo Nazionale di Bruxelles) si coniuga con la inattaccabile lucentezza del guerriero Michele, con la corazza profilata di gemme e il mantello sfavillante di metallici bagliori.
La suggestione della scena, esaltata dal tenebroso squarcio infernale, avvicina il dipinto all’altro di Francesco da Castello in S. Lorenzo a Spello, con la Madonna che intercede per le anime purganti, firmata e datata 1599. La realizzazione piuttosto sommaria delle tre figure della parte superiore del quadro, che nel restauro del 1995 è risultata dipinta su una giunta della tela, fa pensare che il pittore si sia giovato di “aiuti” di bottega, cosa del resto frequente nella sua più avanzata produzione.
Qualcosa del genere avviene anche nel dipinto di Castello nella chiesa di S. Erasmo a Bassiano – borgo rientrante nei feudi Caetani e non lontano da Sermoneta – un quadro databile al 1599 e quindi successivo a quello in questione. Sia questo che il quadro di Bassiano sono tipici della più tarda “maniera oscura” del pittore, aggiornato sull’accademismo del Cavalier d’Arpino. Da un punto di vista tematico è d’obbligo il confronto con la pala del Museo Diocesano di Orte Madonna e quattro santi fra cui San Michele che scaccia il demonio, firmata e datata 1595 assai più curata nell’esecuzione.
Il quadro di Sermoneta, per il suo rigore aderente alla Controriforma, la potenza evocativa e i particolari preziosi nell’immagine del giustiziere, ben si adatta al gusto austero e “ neomedioevale” che fu tipico della committenza Caetani, sia nei feudi suburbani che nell’Urbe.
Bibliografia
F. Zeri, Intorno a Girolamo Siciolante in Bollettino d’Arte, 36,1951,p. 148, nota 1
D. Bodart, Les peintres des Pays Bas méridionaux et de la principauté de Liège à Rome au XVII siècle. Bruxells – Roma 1970, v. 1, pp. 20-25
P. Cannata, scheda redatta nel 1971 per la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici di Roma e del Lazio (catalogo generale n. 12/00102247)
N. Dacos, Frans Van de Kasteele: quelques attributions et un document in Bulletin de l’Institut Historique Belge à Rome, 44, 1974, pp.144-155, p. 146 fig. 4
E. Fino, Sermoneta, tesori di arte, memorie di eroi, S. Angelo in Villa, 1980, p. 96
C. Strinati, scheda su F. van de Kasteele, Ascensione, Bassiano, chiesa di S. Erasmo in Un’antologia di Restauri (catalogo) Roma 1982, pp. 61-62
P. Longo, F. Sassoli, Sermoneta, Roma 1992, p. 50
M.G. Aurigemma, Committenze Caetani dal Cinquecento al Seicento. Dai feudi alla città in Bonifacio VIII, i Caetani e la Storia del Lazio. Atti del Convegno Roma- Latina- Sermoneta 2000, Roma 2004, p. 194-219, pp. 195-196